Agosto 2024
Mettere insieme la bici e l’arrampicata è proprio un bel gioco, e per cercare un paesaggio piuttosto particolare proviamo a varcare di poco il confine. Dal Passo del Bernina al suo ghiacciaio è una bella sterrata; salirla a piedi è una passeggiata, ma con la MTB è altra cosa… (foto 1 e 2 – vedi sotto la galleria)
Però oggi vogliamo portare la maglia del CAI Rovato sul Piz Trovat e quindi bisogna impegnarsi per bene.
Mentre i “turisti” salgono in funivia, noi perseveriamo nel disdegnare ogni mezzo che ci discosti dalla naturalità dell’andare per monti.
Alla sommità della sciovia del Diavolezza, però, il contatto con il progresso è inesorabile: il ghiacciaio ha la coperta per il caldo (foto 3) e gli operai la stanno togliendo: tra poco attorno ai 3000 nevicherà (speriamo!).
Gli addetti alla coltre ci sono utili perché ci custodiranno le biciclette (ma chi poi se le verrebbe a prendere qui sopra?).
Si sale lungo la lingua protetta per poi discendere per una pietraia e raggiungere la ferrata del Piz Trovat: lunga, esposta, perfetta, impeccabile e sempre alla vista di ampie lingue di ghiacciai che scorrono inesorabilmente a valle da millenni (foto 4-5-6).
Per quanto lunga, con quel paesaggio, non si ha fretta di arrivare in vetta; e comunque, quando il nostro logo è al cospetto delle cime (foto 7), ecco, lì si capisce che ce n’è per qualche generazione: lo scenario non è ancora alla fine dei suoi giorni!
La gioia, come sempre per noi, doveva proprio sorgere dall’alto. Più in basso, infatti, la fotografia di oggi della vedretta del Cambrena (foto 8 (2024)), nei pressi del passo Bernina, mi ha fatto ricordare una delle mie prime immagini ritratte da ragazzo, più o meno dalla stessa posizione, ormai sbiadita e sgualcita… (foto 9 (1971)).
Ci proponiamo di cercare in alto la nostra soddisfazione: “Io sono un viandante che sale su pei monti, diceva Zarathustra al suo cuore, io non amo le pianure e, a quanto sembra, non mi riesce di fermarmi a lungo. E quali siano i destini e le esperienze che io mi trovi a vivere, ci sarà sempre in essi un peregrinare e un salire sui monti: infine non si vive se non con sé stessi” Nietzsche – Così parlo Zarathustra – Il viandante
Pierluigi Donna
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