Serata con FRANCO SOLINA Una stretta di mano vigorosa ed un sorriso incorniciato in un viso ancora molto energico. Ecco come mi si è presentato Franco Solina, il nostro ospite, che nella serata di venerdì 25 maggio ci ha intrattenuto per oltre due ore raccontandoci cosa ha significato per lui la montagna. Protagonista lo è stata per tutta la vita e ancora oggi lo è ( Franco Solina frequenta la montagna regolarmente circa 2 volte a settimana..), partendo dalla Maddalena, passando per la allora sconosciuta Patagonia e ritornando alle Alpi. Ad accompagnarlo in questa serata c’era il suo amico, e compagno di lavoro Lucio Dall'Angelo (caporedattore centrale del Giornale Di Brescia), che introduceva i vari argomenti che poi Franco Solina avrebbe trattato. In questa splendida serata non si poteva certo tralasciare il racconto, anche macabro e crudele in certi passaggi, della storia dell’Eiger di cui Franco Solina è stato uno dei protagonisti principali. Un racconto che ci ha insegnato cosa significa caparbietà e tecnica, tutto attorniato ad una certa modestia e sobrietà che ci fanno riflettere su quanto sia cambiato il mondo dell’alpinismo. Ma non solo Eiger e racconti di successi hanno caratterizzato questa interessantissima serata. Ci ha infatti raccontato e spiegato cosa significa rinunciare a poche centinaia di metri da una vetta ancora inviolata,che si trova dall’altra parte del mondo e che guadagnare la cima a volte significa “semplicemente” tornare a casa. La presentazione si è poi conclusa con una serie di fotografie, che lo stesso Franco Solina ha raccolto in più libri, riguardanti l’Adamello, il suo ghiacciaio e le sue valli. Queste fotografie rappresentano per noi spesso luoghi che già conosciamo, forme di montagne a noi care raccontate con aneddoti divertenti che lo stesso autore ha vissuto, come la salita a Cima Plem e l’attesa per due giorni sulla stessa, della luce ideale ( mai arrivata) per fare una fotografia. Finita la presentazione ci siamo tutti spostati nella nostra sede e li ci siamo rinfrancati lo stomaco con delizie di ogni tipo, con un rinfresco che si è protratto oltre la mezzanotte sempre in compagnia di Franco Solina che ha risposto a tutte le nostre domande. Mi sento in dovere di ringraziare il nostro ospite per aver condiviso con noi le sue esperienze e le sue imprese alpinistiche e per averci fatto conoscere un modo di andare in montagna ormai concluso, un modo che ha un sapore legato ancora all’ignoto e che si spinge verso la ricerca della conoscenza dei limiti umani.