Domenica 8 aprile: FESTA DI PRIMAVERA al RIFUGIO e all’ EREMO di SANT EMILIANO m.1102 dalla Valle di Sarezzo. Tempo di salita: h.2.00 – dislivello: m.700 – difficoltà: E. Il rifugio è ricavato all’interno del Santuario che sorge sotto la boscosa cima del M. Sant Emiliano, con bella vista sulla Val Trompia. La data di costruzione della chiesa e dell’annesso romitorio di S. Emiliano non è certa ma una targa murata all’esterno dell’edificio farebbe pensare al XIII secolo. Certamente in questa zona il culto di S. Emiliano, legato a quello di S. Tirso e Santa Cecilia, è di antica data.

relazione di fine festa:

Anche quest’anno siamo riusciti nella nostra intenzione di riproporre la Festa di Primavera. abbiamo deciso di recarci  al santuario di Sant’Emiliano 1102m in Valle Trompia partendo da Valle,frazione di Sarezzo che in circa due ore ci ha permesso di raggiungere il santuario. Aspettando l’ora del pranzo ci riscopriamo un pò esploratori,visitiamo la chiesa,saliamo la cima del monte San Emiliano,scendendo ci portiamo al pozzo di San Firmo ritrovato nel 2008 e recuperato e usato dai ragazzi del Gam come risorsa idirica (non potabile) fino alla grotta di  Santa Cecilia dove si narra ancora una leggenda, tramandata dalla tradizione po­polare di una giovinetta di nome Cecilia, perseguitata perché cristiana, rifugiatasi lassù per sfuggire ai cavalieri pagani che la inseguivano. Fuggita da Brescia, ed essendo giunta nel paese di Pregno, si iner­picò sulle pendici del monte Palosso, fino a raggiungere un sen­tiero molto battuto chiamato: «via antiga». Corse lungo questo comodo sentiero, passò a mezza costa sopra Lumezzane e arrivò inconsapevolmente sul monte in questione. Tale era la stanchezza provocata da questa fuga, che la ragazza dovette fermarsi a riposare all'ombra di un nodoso faggio. Qui sotto pregò Dio, affinchè scacciasse i pagani che la inseguivano, e per questo motivo il faggio, che dicono esistesse fino a poco tem­po fa, venne chiamato «èl fo del pater», con riferimento alla pre­ghiera che la ragazza aveva recitato. Dio ascoltò le preghiere della povera Cecilia e, quando ormai gli inseguitori stavano per raggiungerla, li fece precipitare in un ba­ratro che improvvisamente si aprì sotto i loro piedi. Quell'orrido precipizio è ancora chiamato «Corna dei pagani» e «Grotta di S. Cecilia» il buco che miracolosamente si aprì in cima alla parete rocciosa, dentro il quale la ragazza trovò riparo e dove dicono, ancora oggi, si possono vedere le impronte delle dita della santa.

Arrivata l’ora del pranzo ci portiamo nella accoglinte struttura del Gam dove ci viene servito un favoloso aperitivo e un buonissimo  semplice pranzo ma nel contesto ottimo,per il resto…..dovevate esserci!!!

Doveroso grazie al GAM di Sarezzo per la disponibilità e a tutti i partecipanti un arrivederci alla prossima FESTA DI PRIMAVERA 2019.

Il vostro presidente Ezio M.